Un libro davvero interessante che tratta temi di spiritualità, religione ma soprattutto è un libro in cui si incoraggiano le persone a svegliarsi dal proprio torpore e vivere la vita senza lasciarsela scorrere sotto gli occhi.
E' un libro in cui le cose vengono spiegate in modo semplice e comprensibile da chiunque, si possono trovare aneddoti della vita dello stesso srittore (un gesuita), e storielle divertenti per spiegare concetti anche complessi.
Il tutto è condito da battute di spirito e leggerezza, ma non mancano le bacchettate
Con mio grande stupore ho scoperto che questo gesuita parla sì di religione, ma lo fa in modo molto diverso da come ci si aspetterebbe da un uomo della Chiesa, leggendo le due cose sembrano stonare tra di loro e infatti alla fine del libro c'è una "notificazione" firmata dall'allora prefetto Ratzinger e segretario Bertone che prendono le distanze dalle parole espresse da quest'uomo, sia in qesto libro che in altri scritti da lui. E non posso negarvi che la cosa non solo mi ha fatto piacere ma mi ha anche fatto sorridere, perchè non poteva essere diversamente.
Prima di comprare questo libro avevo molte remore, più che altro delle incertezze, poteva essere un libro interessante ma anche qualcosa di banale, e solo dopo esseremi imbattuta in un suo aneddoto mi sono convinta che in realtà quest'uomo andava letto!
Sono stata davvero molto soddisfatta di questa lettura e la consiglio, anzi fatemi un favore, siccome alcune delle sue battute non le ho capite se qualcuno di voi lo dovesse leggere fatemelo sapere così magari può spigarmi cosa voleva dire
A parte gli scherzi, il libro è molto scorrevole e di facile comprensione, ma teniamo sempre presente che si tratta di un gesuita indiano e come cultura molto dversa dalla nostra, quindi magari alcune battute potrebbero lasciarci in sospeso.
Tra i temi trattati vi è anche un'analisi molto attenta di ciò che fin dall'nfanzia ci condiziona, i luoghi comuni, ma soprattutto le falsità mascherate da buoni sentimento.
Argomento che forse abbiamo anche affrontato qualche volta: l'egoismo.
De Mello cerca di farci comprendere come tutto ciò che facciamo è pernoi stessi e mai per gli altri, ma questo non deve sminuire il nostro valore o il valore di ciò che stiamo facendo, solo però non fingere che sia fatto per gli altri.
Quando facciamo la carità a qualcuno la facciamo perchè i condizinamenti della nostra società ci hanno fatto credere che sia qualcosa di buono e meraviglioso dare a chi non può e fare delle buone azioni, in realtà questi condizionamenti ci portano ad avere di noi stessi una brutta opinione. Quindi ciò che ci spinge a "fare del bene" in realtà è un atto meccanico e fatto per acquitare la nostra coscienza condizionata.
Facciamo sempre tutto per noi stessi, perchè ci fa sentire bene e questo ci porta ad avere una visione di noi stessi migliore, come se avere una buona opinione di noi stessi possa essere la via per la felicità.
Non critica questo egoismo, perchè non è questo il suo intento, ma ci invita a chiamare le cose con il proprio nome.
Altri argomenti come appunto la felicità e la morte vengono affrontati con mlta semplicità ma a mi avviso anche molta efficacia.
Chi ha già letto alcuni libri di spiritualità si renderà conto che il succo è più o meno lo stesso, ma come ogni scrittore in ogni opera c'è del proprio e De Mello ha un linguaggio che arriva dritto al bersaglio senza girare troppo intorno alle cose e soprattutto essendo un uomo che oltre ad essere un gesuita è anche uno psicoterapeuta porta con sè l'esperienza della comunicazione.
Leggetelo vi tornerà davvero utile